La partecipazione alla Fiera internazionale Ecomondo 2022 ci ha confermato che, a livello mondiale, esiste una forte sensibilizzazione protesa alla salvaguardia delle risorse idriche del nostro pianeta e la comunità scientifica ha da tempo predisposto il modello di ciclo integrato delle acque, alternativo a quello lineare di captazione-consumo-smaltimento.
I colossi imprenditoriali mondiali si confrontano per cogliere le opportunità di business offerte da questo filone. Basti pensare che in Italia, attualmente, si stima che 777 milioni di fatturato, 386 milioni di euro e 4000 posti di lavoro siano dovuti alla circolarità del servizio idrico integrato.
Un tema di grande attualità oggi è la valorizzazione delle acque reflue e dei fanghi di depurazione, in particolare per la produzione di bioplastiche in quanto il trattamento delle acque reflue non è più limitato soltanto a rendere l’acqua riutilizzabile, ma è finalizzato anche a estrarre energia, sostanze nutritive e sottoprodotti a valore aggiunto.
La produzione di biopolimeri per la produzione di bioplastica dal trattamento dei fanghi di depurazione è un tema approfondito dalle università italiane che attivano sperimentazioni di elevata qualità con la collaborazione di partner pubblici e privati per il riutilizzo dei prodotti di scarto del ciclo dell’acqua.
Il processo depurativo avviene in condizioni aerobiche, cioè in presenza di ossigeno e, mediante procedimenti sempre più evoluti, sono state sviluppate tecnologie innovative che si possono anche integrare ai processi biologici esistenti. I bio-reattori a membrane, ad esempio, utilizzano l’azione sinergica dei batteri e dell’effetto filtrante ottenuto con membrane immerse nel reattore biologico.
Il risultato è una elevata qualità dell’acqua depurata che la rende adatta al riutilizzo, in coerenza con i principi della sostenibilità ambientale. Inoltre, gli scarti del processo depurativo, ovvero i fanghi biologici, possono essere valorizzati mediante processi di tipo aerobico per la produzione di compost o di precursori delle bioplastiche (poliidrossialcanoati), o anaerobici per la produzione di biogas.
Tale approccio consente la transizione da un modello di gestione delle acque reflue di tipo lineare ad uno maggiormente virtuoso basato sui principi dell’economia circolare.
Green Eco Wastewater si conferma in prima linea con progetti che sviluppano forte sinergia fra impianti integrabili dalle caratteristiche adatte alla depurazione e al riutilizzo delle acque reflue. I nostri impianti come il TWS01 e GP6 consentono già autonomamente un abbattimento di BOD5 e COD fino al 90%, ma è attraverso l’utilizzo dei nostri moduli aggiuntivi che possiamo raggiungere un livello di depurazione tale da consentire il riutilizzo anche partendo da reflui molto inquinanti. In particolare, il nostro modulo di Ultrafiltrazione UF rimuove efficacemente solidi sospesi, microrganismi (batteri e virus) e sostanze organiche macromolecolari oltre ad abbattere ulteriormente la torbidità e i valori di COD e BOD5.