L’estate che si sta concludendo ha portato ancora una volta sulle prime pagine dei giornali il problema della carenza delle risorse idriche. Fiumi in secca, ghiacciai che si ritirano sempre di più e gravi problemi per l’agricoltura che ha subito danni economici enormi.
Il riutilizzo delle acque reflue è una delle strade che possono e devono essere percorse per ovviare a questo problema. La depurazione quindi oltre ad essere uno strumento necessario per la salvaguardia del territorio può diventare un elemento di economia circolare in grado di consentire un miglior utilizzo delle risorse e in ultima analisi un consistente vantaggio economico.
In italia le norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue sono fissate dal Decreto Ministeriale n. 185 del 12 giugno 2003 che restringe di fatto il riutilizzo a tre ambiti distinti e fissa i parametri chimici e batteriologici necessari affinché possano essere riutilizzate:

● Irriguo: per l’irrigazione di colture destinate sia alla produzione di alimenti sia a fini non alimentari, nonché per l’irrigazione di aree destinate al verde o ad attività ricreative o sportive;

● Civile: per il lavaggio delle strade nei centri urbani; per l’alimentazione dei sistemi di riscaldamento o raffreddamento; per l’alimentazione di reti duali di
adduzione, separate da quelle delle acque potabili, con esclusione dell’utilizzo diretto di tale acqua negli edifici a uso civile, ad eccezione degli impianti di scarico nei servizi igienici;

● Industriale: come acqua antincendio, di processo, di lavaggio e per i cicli termici dei processi industriali, con l’esclusione degli usi che comportano un
contatto tra le acque reflue recuperate e gli alimenti o i prodotti farmaceutici e cosmetici.

Per raggiungere questi parametri spesso non sono sufficienti i trattamenti di tipo convenzionale quindi la tecnologia si sta orientando verso la messa a punto di nuovi sistemi alternativi di trattamento terziario e di disinfezione, finalizzati all’ottenimento di un elevato grado di qualità dell’acqua, attraverso l’abbattimento della carica microbica, dei nutrienti e delle sostanze tossiche.

Greeneco Wastewater, da sempre attenta ad ogni sviluppo tecnologico, è naturalmente pronta a sostenere queste sfide, ad esempio con i propri moduli di
ultrafiltrazione e osmosi che applicati ad impianti tradizionali o agli innovativi e versatili impianti TWS01 e GP6 rendono possibile il raggiungimento del livello di depurazione necessario.